TANGRAM 34 Bulletin der EKR Dezember 2014 - page 72

72
Humor, Satireund Ironie
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L’humour, la satireet l’ironie
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Umorismo, satirae ironia
Rückeroberungdes Humors
La réappropriationde l’humour
La riappropriazionedell’umorismo
TANGRAM 34
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12/2014
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Intervista di VeronicaGalster a SalvatoreMarino |«Non sono abbronzato, qui lo dico e qui loneg(r)o»
Sì, quello spettacolo nasce lo scorso anno
da un lavorodi gruppo, con 5 o 6 amici auto-
ri: ognuno ha scritto un pezzo sul problema
del razzismo, dell’integrazione, della diversi-
tà ed è uno spettacolo in parte comico e in
parte no. Ad esempio:MassimilianoBrunoha
scritto la storia di un immigrato che arriva in
Italia, però racconta tutta la
storia, partendo dal grembo
materno. Il suo pezzo è inti-
tolato «giocafrica» e quindi
tutto quello che racconta lo
racconta come fosse un gio-
co: per lui la guerra è ungio-
co, attraversare il desertoper
imbarcarsi sulle coste libiche
è un gioco, quindi farsi cen-
tinaiadi chilometri di deserto
apiedi èungioco, imbarcarsi
suuna zattera è un altrogio-
co, una volta arrivato a Lampedusa si deve in-
tegrare e trovare lavoro come clandestino e
questoèunaltrogiocoancora... Èuno spetta-
colo che ha quindi un sapore anche amaro. Io
tra l’altro lo riprendoquest’anno.
Nel suo quotidiano è davvero così impor-
tante il coloredellapelle?
Ma, che dire, io viaggio: quando capito ad
esempioaLondra il coloredellapelleèassolu-
tamente irrilevante, perché èuna societàora-
mai multiculturale oltre che multietnica. Gli
StatiUniti sonoanch’essi una societàmulticul-
turale e quindi questoproblema lì è assoluta-
mente irrilevanteoggi comeoggi (senzaguar-
dareai problemi del passato). L’Italia comincia
di fatto adiventareuna societàmultietnica, e
poi spero diventerà anche una società multi-
culturale e quindi probabilmente fra vent’an-
ni non noteremo più la differenza del colore
dellapellee incontrareunNero saràassoluta-
mente normale, così come lo sarà incontrare
un giallo. Avremo tassisti cinesi, supermercati
Secondo lei, combattere i pregiudizi con
l’umorismo è qualcosa che può fare chiunque
o solo chi è vittimadi questi pregiudizi?
Secondomedettedauno cheènero come
la pece o da un extra-comunitario le battute
hanno ancoramaggiore forza, diciamo che se
le dice in prima persona qualcuno che è og-
getto di scherno hanno una
forza diversa. Penso però che
lo possa fare chiunque, chiun-
que può dire le battute: sento
tutti raccontare barzellette
razziste.
In un filmato lei interpre-
ta un padre che in un ipote-
tico futuro in cui terrestri ed
extra-terrestri si frequentano,
è confrontato al «problema»
dellafiglia cheesce conunodi
loro. Inuno scambiodi opinioni con lamoglie
escono timori e pregiudizi verso unAltro «di-
verso»…
Sì, quelladi quel filmatoèuna letturamol-
to forte chemi èpiaciuta subito: quando il re-
gistami proposedi farequesta cosa io la spo-
sai immediatamente. Il senso è che in realtà
siamo tutti quanti uguali: guardiamo le guer-
re che ci sono adesso (Ucraina, Medio Orien-
te, e tutte leguerre recenti),ma sedovessimo
immaginare per unmomento di essere invasi
dagli extra-terresti ecco che diventeremmo
un’unica comunitàper cui cimetteremmo tut-
ti assiemea combatteregli alieni. Edèquesto
unpo’ il paradosso. Dovremmo faremente lo-
cale, ragionare, cercare di capire che poi alla
fine siamo tutti uguali, gialli, neri, bianchi,
verdi, di religioni diverse ... alla fine ci acco-
munanogli stessi problemi.
Unodei suoi ultimi spettacoli ha come tito-
lo «Non sono abbronzato, qui lodico e qui lo
neg(r)o», può spiegare com’ènato?
Dettedauno
che ènero come
lapeceodaun
extra-comunitario
lebattutehanno
ancoramaggiore
forza.
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