TANGRAM 34 Bulletin della CFR Dicembre 2014 - page 10

TANGRAM 34
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12/2014
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nale. Le reti sociali devono essere richiamate
alle loro responsabilità.
L’articolo 261
bis
del Codice penale svizzero,
approvato in votazione popolare nel settem-
bre del 1994, recita: «Chiunque incita pubbli-
camente all’odio o alla discriminazione con-
tro una persona o un gruppo di persone per
la loro razza, etnia o religione […] è punito
con una pena detentiva sino a tre anni o con
una pena pecuniaria». Da qualche tempo le
reti sociali vengono strumentalizzate per dif-
fonderemessaggi di incitazioneall’odioealla
violenza che violano questa norma penale.
Attualmente ne sono vittima soprattutto gli
Ebrei a causa del conflitto israelo-palestinese,
ma anche altri gruppi – quali i musulmani e
i Neri, per non citare che quelli più esposti –
sonogià stati oggettodi simili attacchi.
La CFR condanna fermamente tutti i di-
scorsi di odio e le incitazioni pubbliche alla
violenza, a prescindere dal loromotivo e dal
loro bersaglio. La CFR ricorda che la coesione
nazionale esige il rispetto reciproco e l’osser-
vanza dei limiti imposti dal Codice penale. Le
reti sociali che fungonoda strumentodi diffu-
sionedi derive suscettibili di condannapenale
devono essere richiamate alla loro responsa-
bilità: occorre trovare soluzioni chepermetta-
no di cancellare esternazioni oggetto di con-
danne penali e di evitare, come succede oggi,
che possano essere reiterate in Internet. Non
si tratta di operare una censura, ma di porre
fine a una situazione che rende le reti sociali
complici di una propaganda dell’odio e della
violenza.
La CFR tiene inoltre a rammentare quan-
to sia importante sensibilizzare i giovani, che
sono i maggiori fruitori delle reti sociali, alle
conseguenze di comportamenti e discorsi di
odio e violenza. Non si tratta di bandire sol-
tanto le esternazioni razziste, ma tutte le le
lestinienmais d’autres ont déjà subi de telles
attaques, qu’ils soient musulmans ou Noirs,
pourne citerquedeuxgroupesdepopulation
parmi les plus exposés.
La CFR s’élève avec force contre tout dis-
cours de haine et appel public à la violence
quel qu’en soit le motif et quelle qu’en soit
la cible. Elle rappelle que la cohésion sociale
exige le respect de chacun et que les limites
fixées dans le code pénal doivent être respec-
tées. Les réseaux sociaux qui se font le véhi-
cule de débordements passibles de condam-
nations pénales doivent être rappelés à leurs
responsabilités et des solutions doivent être
trouvées pour éviter que dans le futur, des
propos condamnés par des tribunauxpuissent
subsister et surtout réapparaître sur Internet.
Il ne s’agit pas de pratiquer la censure mais
de mettre fin à un état de fait qui rend les
réseaux sociaux complicesdepropagandehai-
neuse et violente.
Par ailleurs, les réseaux sociaux sont par-
ticulièrement appréciés des jeunes. La CFR
rappelle combien il est important qu’ils soient
sensibilisés aux conséquences de comporte-
ments et discours haineux et violents. Cela ne
concerne pas seulement les propos racistes
mais aussi tout ce qui porte atteinte à l’inté-
grité et à la dignité de la personne. Le bon
usage d’internet
(Internet Literacy)
constitue-
ra, pour la CFR, un thème important de son
programmede travailpour lesprochainsmois.
Bisogna lottare contro i discorsi di odio
e le incitazioni allaviolenzanelle reti
sociali
Berna, 21.08.2014 – La Commissione fede-
rale contro il razzismo CFR ricorda che la co-
esione nazionale esige il rispetto reciproco e
l’osservanza dei limiti imposti dal Codice pe-
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