TANGRAM 33 Bulletin de la CFR Juin 2014 - page 8

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hanno esposto le loro constatazioni, formula-
to le loro attese e spiegato le azioni concrete
che svolgono sul terrenoper facilitare la com-
prensione reciproca,maancheperpermettere
a chi si sente vittimadi razzismoodiscrimina-
zione di potersi esprimere. I luoghi d’ascolto
sono importanti. Sono infatti anche luoghi
di mediazione che consentono di stemperare
certe situazioni e, avolte, di correggernealtre
edi risvegliare le coscienze.
Non si dovrebbe dover constatare di cor-
rere il rischio di vedersi rifiutare un lavoro o
un alloggio per il colore della pelle. Eppure
succede, anche se è difficile da provare. Certe
esternazioni, magari non sempre penalmente
perseguibilima comunque sempreoffensivee
degradanti, non dovrebbero aver spazio nei
blog, nei social media o sui siti dei giornali.
Eppure ci sono. E non si dovrebbemai dover
apprendere – e questo è davvero il colmo –
che dueministre, una in Italia, l’altra in Fran-
cia, abbiano potuto essere pubblicamente
paragonate a delle scimmie per via della loro
origineedel coloredella loropelle.
Anche se la ricerca scientifica fa fatica a
interessarsi del problema, tutto questo esiste.
La CFR ha potuto toccarlo con mano prepa-
rando questa edizione di TANGRAM. Possano
i ricercatori trarne stimolo per riflessioni più
approfondite.
Editoriale
MartineBrunschwigGraf
PresidentedellaCFR
Ma la Svizzera è razzista? I media se lo
chiedonoogni volta che succedequalcosa che
puzzadidiscriminazione razziale. E io, anome
della CFR, rispondo ogni volta che la Svizzera
non è un Paese razzista, ma che – come tutti
gli altri Paesi – non è purtroppo immune da
atti di natura razzista, reazioni di rifiutoepre-
giudizi.
Questa edizione di TANGRAM è dedicata
al razzismo contro i Neri. La CFR intende così
far riflettere sulla situazione di un gruppo di
persone che spesso sopportano in silenzio re-
azioni ostili e comportamenti discriminatori. Il
fenomenonon è nuovo. Già l’edizione nume-
ro 8 di TANGRAM del marzo 2000 se ne era
occupata. Ne riportiamounpassaggio [tradu-
zione della redazione; all’epoca TANGRAM
non conteneva contributi o sintesi in italiano]:
«Da questa xenofobia che si sta rapida-
mente trasformando in razzismo, si scatenerà
un vasto e profondo fenomeno di rifiuto. A
GinevraunvolantinodelKuKluxKlan inviterà
tutti gli ‹sporchi negri› a tornarsenenella loro
‹Africadimerda›. Accusati di tutti imali possi-
bili (crisi degli alloggi, disoccupazione, traffico
di droga, stupri ecc.), i richiedenti l’asilo afri-
cani hanno soprattutto la colpadi essere trop-
po visibili. Una visibilità che induce tutti, non
soltanto gli Svizzeri, a tracciare una linea di
confine rispetto all’Altro diverso. Tra gli afri-
cani si ritiene ormai consigliabile presentarsi
precisando che ‹sono africano, ma non un ri-
fugiato›.»
Quattordici anni dopo, tutte queste affer-
mazioni sono ancora terribilmente attuali. In
questa edizione ne leggerete molte altre, a
dimostrazione che i cliché e i pregiudizi sono
duri amorire. Recentemente la CFR ha incon-
trato un certo numero di organizzazioni at-
tive nella lotta al razzismo contro i Neri, che
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TANGRAM 33
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