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17
6/2014
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TANGRAM33
contro i crimini d’odio, in particolare l’intro-
duzione di un inasprimento della pena per i
reati amotivazione razzista. Il Comitato criti-
ca inoltre l’applicazione restrittiva della nor-
ma penale contro il razzismo e caldeggia un
rafforzamento della protezione delle vittime.
Per dareunabase concretaall’attuazionedel-
la parità, raccomanda poi l’ampliamento del
monitoraggio e l’allestimento di una banca
dati suddivisa per categorie. Più datata, ma
ancora valida è la raccomandazione di isti-
tuire un centro nazionale per i diritti umani
conforme ai «principi di Parigi» e di estende-
re e rafforzare il ruolo della CFR. Per quanto
riguarda le autorità di polizia, il Comitato ri-
manda alla sua raccomandazione generale n.
31 (2005) sulla prevenzione della discrimina-
zione razziale da parte delle autorità giudi-
ziarie e penali e raccomanda la definizione di
meccanismi indipendenti cui ricorrere in caso
di comportamento discriminatorio da parte
delle forze dell’ordine. Per quanto riguarda
gli Jenisch/nomadi/Sinti/Rom – che la Svizzera
riconosce qualeminoranza nazionale – racco-
mandadi attuaremisureper la conservazione
del loro stile di vita e della loro lingua. Il Co-
mitato reitera infine la raccomandazione già
formulata inprecedenzadi condurrepiù cam-
pagnedi sensibilizzazione contro il razzismoe
ladiscriminazione razziale.
Doris Angst èdirettricedellaCFR.
1
Cfr
-
zen/topics/human/humri.Par.0066.File.tmp/7.und9.Be-
richt%20der%20Schweiz%20an%20CERD.pdf
2
CERD è l’acronimo di
Committee on the Elimination of
Racial Discrimination.
3
4
_
CHE_CO_7-9_16557_E.pdf.
Per una documentazione
piùcompleta:
/
Rassismus/Studien/idart_10517-content.html
Conformemente alla nuova decisione isti-
tutiva, nel quadro dei rapporti nazionali la
CFR prende posizione dal punto di vista del-
la protezione dalla discriminazione razziale.
Quale
National Human Rights Agency,
ha la
facoltà di inviare pareri a tutti gli organismi
delleNazioniUnite, cosa che fa regolarmente.
Nel suo rapportoal CERD
3
, laCFRha sottoline-
ato che la lottaalladiscriminazioneè stata in-
tegrataneiprogrammi cantonalid’integrazio-
ne e che nel 2011 è stato istituito il Centro di
competenza svizzero per i diritti umani. Non
ha tuttaviamancatodi ricordare che la tutela
giuridica contro la discriminazione razziale è
ancorapoco sviluppata, che leautoritàdi poli-
zia continuanoa servirsi del
profiling razziale
,
che i continui inasprimenti della legge sull’asi-
lo provocano l’emarginazione degli asilanti e
che la generosa interpretazione della libertà
di espressione usuale nell’agone politico va a
scapito della protezione delle vittime. Ha in-
fine segnalato che le persone di pelle scura e
origine africana, i musulmani, le persone pro-
venienti dall’Europa sudorientale o dalla Tur-
chia, i Rom/Sinti/Jenisch e gli asilanti (spesso
soltanto in ragione del fatto di esserlo) sono
le categorie più colpite dalla discriminazione
razziale.
La delegazione della CFR ha potuto discu-
tere di tutti questi argomenti in un incontro
con la relatrice
(country rapporteur)
responsa-
bileper laSvizzera, signoraAnastasiaCrickley,
e un altromembro del Comitato. Il 12marzo
2014 il CERD ha pubblicato le sue raccoman-
dazioni alla Svizzera
4
. Il Comitato elogia la
nuova impostazionedellapromozionedell’in-
tegrazione della Confederazione (programmi
cantonali d’integrazione), che prevede anche
servizi di consulenzaper le vittimedi discrimi-
nazione razziale, e l’istituzione del Centro di
competenza svizzeroper i diritti umani CSDU.
Auspicherebbe però un potenziamento della
tutela giuridica e l’attuazione del pianoOSCE