TANGRAM 35 Bulletin der EKR Juni 2015 - page 65

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Wiedenken Jugendlicheüber Rassismus undVielfalt
Les jeunes faceau racismeet à ladiversité : enquêtes
Razzismo ediversità visti dai giovani: inchieste
Gladys Rastorfer | Le racisme dans l’œil des jeunes Romands
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6/2015
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TANGRAM35
Il razzismovistodai giovani
Affrontare il problemadel razzismoeque-
stioni correlatequali l’umorismoe l’utilizzodi
Internet con dei giovani losannesi di 19 anni
significa scoprireunmondo riccodi paradossi.
Essendo stati sensibilizzati sin da piccoli alle
differenze e al rispetto tra le comunità, essi si
sentono amaggior ragione legittimati a gio-
care congli stereotipi relativi a razzeegruppi
sociali, specialmenteper riderci sopra.
Il problema del limite fino al quale si può
spingere l’ironia è tuttavia sempre in aggua-
to. L’umorismo è un paravento, un catalizza-
tore o una valvola di sfogo per il razzismo?
A questo proposito, le opinioni divergono ed
emergono i paradossi. Se da un lato i giovani
interpellati si dicono capaci di ridere di tutto,
in particolare della Shoah, dall’altro alcuni di
loro ritengono inaccettabile prendersi gioco
della religione, soprattutto quando si tratta
delle caricaturediMaometto.
In parte, simili affermazioni paradossali
sono una conseguenza diretta dell’ampia cir-
colazione in Internet di teorie del complotto
diogni sorta.Anchequandovengono recepite
in modo superficiale, queste teorie finiscono
comunque per sedimentarsi nelle coscienze,
per poi riaffiorare come delle verità acquisi-
te nelle chiacchierate tra amici. E il fenome-
no sembra essere indipendente dal livello di
istruzione.
I giovani sono per contro molto prudenti
quando si esprimono sui social media. È più
facile che faccianobattutea sfondo razzistao
antisemita parlando tra loro che su Internet,
ed è forse proprio questo approccio che li di-
stinguedallegenerazioni precedenti.
Gladys Rastorfer èunagiornalista indipendente.
Rassismus indenAugen junger Romands
Im Gespräch mit 19-jährigen jungen Er-
wachsenen aus Lausanne über Rassismus, Hu-
mor unddas Internet entdecktmaneineWelt
voller Paradoxien. Die Jugendlichen wurden
von früher Kindheit an für den Respekt zwi-
schen den Gemeinschaften sensibilisiert, füh-
len sich aber deshalb umso mehr legitimiert,
mit den Stereotypen über Rassen und Ge-
meinschaften zu spielen, insbesondere wenn
siedemHumor dienen.
Dabei steht allerdings immer auchdie Fra-
ge nach den Grenzen des Humors im Raum.
Ist das Lachen der Schutzschild des Rassismus,
sein Katalysator oder sein Ventil? Hier gehen
dieMeinungenauseinander undes tretenPa-
radoxien zutage: Einerseits sagendie Jungen,
sie könnten über alles lachen, auch über die
Shoah, andererseits finden einige, dass es in-
akzeptabel sei, sich über den Glauben lustig
zumachen, insbesondere im Zusammenhang
mit denMohammed-Karikaturen.
Ein Teil dieser paradoxen Behauptungen
kommt direkt von der weiten Verbreitung
von Verschwörungstheorien aller Art im In-
ternet. Auchwenndiesenur oberflächlich zur
Kenntnis genommen werden, lagern sie sich
schliesslich immer irgendwo im Bewusstsein
abund tauchen indenunverfänglichstenDis-
kussionenwieder auf, als wären sie selbstver-
ständlich. Und dies offenbar vollkommen un-
abhängig vomBildungsgrad.
Hingegen zeigen sich die Jugendlichen
sehr vorsichtig imGebrauch der sozialenMe-
dien, sodass rassistisch oder antisemitisch ge-
färbter Humor eher im persönlichenUmgang
zirkuliert als über das Internet. Dies ist viel-
leicht in Bezug auf rassistische Äusserungen
der deutlichste Unterschied zwischen den Ju-
gendlichenundden älterenGenerationen.
Gladys Rastorfer ist freie Journalistin.
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