Ursula Schneider Schüttel
Presidente della CFR
L’articolo 7 della Costituzione federale recita: «La dignità della persona va rispettata e protetta». La Svizzera si impegna dunque esplicitamente a proteggere la dignità umana e lo dichiara come obiettivo fondamentale della nostra società. Il significato preciso di «dignità umana» non è spiegato nell’articolo costituzionale: è tuttavia generalmente riconosciuto che costituisce il punto di partenza per la concretizzazione degli altri diritti fondamentali, che vanno garantiti a ognuno.
Rispettare la dignità umana significa non denigrare una persona e non riservarle un trattamento diverso perché presenta determinate caratteristiche. Nella vita quotidiana, associo questo concetto al modo in cui noi, io o chi mi circonda, interagiamo con gli altri. Per me, dignità umana significa rispettare la persona che ho di fronte, trattarla con riguardo. Significa anche difendere il principio della parità di diritti e di trattamento – il che, per me, si traduce nell’impegnarmi personalmente contro ogni forma di discriminazione.
In tutte le sue manifestazioni, il razzismo è una forma estrema di denigrazione dei propri simili, in quanto comporta un fondamentale disprezzo dei diritti umani. E una società come la nostra – il cui obiettivo dichiarato, sancito nella Costituzione federale, è proteggere la dignità umana – deve combattere le discriminazioni razziali. Perché nella nostra società non c’è posto per il razzismo.
La protezione della dignità umana è un elemento centrale del lavoro della CFR. Nel 2025 festeggiamo 30 anni di impegno contro il razzismo. Da un lato è un bel traguardo, che mi riempie di orgoglio se considero quanto sia rodata e funzionante la nostra struttura organizzativa (nonostante le risorse limitate). Un traguardo che non sarebbe stato possibile raggiungere senza il lavoro di chi mi ha preceduta e a cui va la mia gratitudine. Dall’altro, guardando al futuro, nutro anche grandi preoccupazioni. Il razzismo è tuttora presente in Svizzera, ovunque, anche se spesso meno visibile, ad esempio nel caso del razzismo strutturale. Siamo realisti: l’impegno della CFR continuerà a essere necessario anche nei prossimi decenni. Proprio negli ultimi anni, le guerre e altre atrocità hanno chiaramente dimostrato che l’obiettivo di una convivenza pacifica e paritaria in una società pluralistica si troverà sempre dinanzi a nuove sfide. Gli effetti dell’attuale situazione geopolitica, caratterizzata da conflitti e forti tensioni, si sentono anche nel nostro Paese, in quanto stanno favorendo l’avanzata del razzismo antimusulmano, dell’antisemitismo e di altre forme di rifiuto. Questo evidenzia ancora una volta quanto sia essenziale lottare contro i discorsi polarizzanti.
Sensibilizzare a questo genere di discorsi e alle forme di discriminazione predominanti, che rimettono in questione la coesione sociale, rimarrà pertanto un compito centrale della CFR. La convivenza in una società pluralistica ed eterogenea presuppone la protezione e il rispetto della dignità umana. La parità di trattamento è alla base di una società democratica, forte e fondata sullo Stato di diritto. È con questa convinzione che, in occasione del suo trentesimo anniversario, la CFR ha pubblicato il Manifesto per una legge generale sulla parità di trattamento. Questa legge, che prevede una protezione completa contro tutte le forme di discriminazione, deve garantire la certezza del diritto e favorire la partecipazione e la convivenza sociali. In questo modo contribuirà a rafforzare la protezione della dignità di ognuno e ad assicurare un’effettiva parità di trattamento nel nostro Paese.
Il presente numero di Tangram approfondisce il ruolo del diritto, della democrazia, dell’etica e anche delle comunità religiose nella lotta contro il razzismo e nella riaffermazione della dignità umana.
L’approccio multiprospettico scelto per trattare questi aspetti permette di mostrare chiaramente che la dignità umana è un principio, un valore e anche una responsabilità collettiva.
La dignità umana non è un compito o una questione che riguarda soltanto le istituzioni: è qualcosa che riguarda ognuno di noi. Assumiamoci insieme questa responsabilità per costruire una società basata sul rispetto, sull’uguaglianza e sulla giustizia.