Sintesi dell'articolo
« Le racisme n’est pas un problème prioritaire dans le football amateur suisse ». Interview avec Dominique Blanc» (francese)
Il razzismo è un problema nel calcio amatoriale? Per Dominique Blanc, vice-presidente dell’Associazione svizzera di football (ASF) la risposta è «no». Ce lo ha detto in un’intervista che qui riassumiamo brevemente.
Per Dominique Blanc, il razzismo non è un problema prioritario o grave nel calcio amatoriale. Infatti, non è tra i tre tipi di incidente più frequenti sui campi da gioco né tra le undici priorità del programma dedicato al futuro del calcio amatoriale. Il calcio non è altro che uno specchio della società. Purtroppo la discriminazione fa parte della vita quotidiana e di conseguenza a volte si manifesta anche in campo. Il gioco del pallone è il più diffuso e mediatico del mondo, perciò è normale che attiri maggiormente l’attenzione, anche in fatto di razzismo. Ma Dominique Blanc ritiene che il calcio sia molto più un fattore d’integrazione che di esclusione e che permetta a chiunque di integrarsi e avere successo nella società d’accoglienza.
Tra i 300 000 tesserati dell’ASF vi sono persone che provengono da 178 Paesi diversi e la metà di loro possiede un passaporto straniero, segno di un’apertura e un’eterogeneità straordinarie. Del resto, il vice presidente dell’ASF non condivide l’opinione di alcuni giocatori e osservatori secondo cui, in fatto di lotta al razzismo, il calcio non fa progressi perché le sanzioni non sono abbastanza severe e le federazioni nazionali e internazionali non si impegnano a sufficienza. Secondo lui, allenatori e arbitri sono formati in modo specifico, si applicano sanzioni da oltre vent’anni e, in generale, in quest’ambito la Svizzera è un Paese modello. Una cosa è certa: il contributo dei giocatori con retroterra migratorio ha migliorato il livello del calcio nazionale, compreso quello della nazionale, che parteciperà alla Coppa del mondo per la quarta volta di seguito. «Speriamo che continui così», commenta Dominique Blanc.