TANGRAM 49

Nessuno ti mette in guardia dalla Svizzera

Epilogo del testo in spoken word recitato in tedesco in occasione dei festeggiamenti per i 30 anni della CFR

Fatima Moumouni, poetessa spoken word e cronista

Proprio in Svizzera ci si dimentica che quando si discute di non discriminazione, «diversità» e parità di trattamento, si discute sempre anche di vita e di morte, quindi anche di sicurezza. L’insicurezza fa parte della vita quotidiana di molte minoranze, ovvero della maggioranza delle persone su questa Terra. L’insicurezza non include soltanto la guerra, le occupazioni illegali, la crisi climatica e le crisi alimentari provo- cate dall’Uomo e motivate da ragioni politiche. Include anche il razzismo – il razzismo anti-Nero e quello antimusulmano, l’antisemitismo, il razzismo nei confronti delle persone sinti e rom, altri tipi di razzismo, l’omofobia, l’abilismo e altre forme di discri- minazione, che rendono questo mondo insopportabile per molte persone.

La Svizzera non soltanto ha la reputazione di avere una tradizione umanitaria, di essere custode dei diritti umani e mediatrice in tempi di guerra e ingiustizie, ma ne trae anche enormi vantaggi – sia nell’uno che nell’altro caso, questo comporta degli obblighi. Inoltre, beneficia in parte direttamente dell’insicurezza che regna in altri Paesi.

Vorrei invitare voi, noi, la Svizzera, a uscire dalla comfort zone per chiederci se stiamo facendo abbastanza. E come possiamo rendere il mondo e la Svizzera un luogo più sicuro – ma non nel senso di una visione del mondo conservatrice di destra o estrema destra, bensì nel senso di un’umanità senza compromessi e contraria a una radicale indifferenza.

Altrimenti la Svizzera non è la Svizzera. O forse, a seconda dei punti di vista, è sempli- cemente... la Svizzera. In ogni caso, io vorrei più «Svizzera» dalla Svizzera.