Dopo la presa di potere dei Talebani, il Consiglio federale vuole estendere il diritto di asilo a tutte le donne afghane, in quanto sistematicamente oppresse dalla visione del mondo tradizionalista dei Talebani. Questa argomentazione potrebbe essere avanzata per tutti i Paesi in cui si pratica un Islam reazionario, in particolare l'Iran, gli Stati del Golfo e i Paesi in cui sono presenti potenti gruppi islamisti.
Il Consiglio federale vuole estendere il diritto di asilo a tutte le donne musulmane del mondo?
Il Consiglio federale è incaricato di:
1. designare l’Afghanistan come Paese sicuro per gli Afghani di sesso maschile;
2. negoziare con l’Austria un accordo di riammissione per la migrazione secondaria;
3. puntare al trasferimento anche in procedura «fast track» dei migranti afghani di sesso maschile in situazione irregolare;
4. negoziare un accordo / partenariato in materia di migrazione con l’Afghanistan.
Il Consiglio federale è incaricato di annullare il cambio di prassi effettuato dal 17 luglio 2023 per le domande d’asilo delle cittadine afghane. Il criterio determinante deve essere il Paese d’origine e non la cittadinanza.
La settimana scorsa il Capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha comunicato di voler rilasciare un maggior numero di visti umanitari. Intende ancora discutere con il Consiglio federale ed esaminare in generale la fattibilità giuridica e politica di questo passo. Per ottenere informazioni e chiarimenti esaustivi in merito al rilascio di visti umanitari, il Consiglio federale è pregato di chiarire previamente le domande seguenti: (...)
Il Consiglio federale è incaricato di modificare la legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI) affinché sia revocato un eventuale permesso di dimora a stranieri che praticano l’accattonaggio in Svizzera, sia emanato nei loro confronti un divieto d’entrata e affinché, se necessario, possano essere espulsi dal Paese, nel rispetto delle regole del diritto internazionale.
Nella procedura di consultazione relativa alla legge sull'asilo, in materia di sicurezza ed esercizio dei Centri della Confederazione, nel rapporto esplicativo sull'articolo 25 a (Misure disciplinari) il Consiglio federale indica che un furto va considerato un perturbamento dell'esercizio di un centro federale per richiedenti l'asilo, con le conseguenti possibilità di intervento, solo se effettuato nelle immediate vicinanze della struttura. Un'interpretazione che appare troppo restrittiva: il furto in generale dovrebbe infatti essere tenuto in considerazione; e questo indipendentemente dal luogo in cui viene commesso.
Nel 2019, unitamente alla nuova procedura d'asilo, è stata avviata l'"Agenda Integrazione Svizzera" (AIS), che mira a integrare rapidamente nel mondo del lavoro e nella società i rifugiati riconosciuti e le persone ammesse provvisoriamente. Una buona politica d'asilo comprende anche un'efficace politica in materia d'integrazione. Un'integrazione riuscita nel mercato del lavoro sgrava chiaramente i Cantoni e i Comuni a lungo termine e contribuisce ad attenuare la penuria di manodopera qualificata.
La legislazione vigente è adeguata in modo che, nelle sentenze per crimini violenti, i legami dell'autore con il suo Paese di origine non siano presi in considerazione nella ponderazione degli interessi ai sensi dell'articolo 66a capoverso 2 del Codice penale (CP).
Un giovane richiedente l'asilo si è tolto la vita a Ginevra dopo la decisione delle autorità di allontanarlo in Grecia, un Paese in cui aveva subito numerosi atti di violenza fisica e sessuale. Al di là del caso specifico, si pongono interrogativi sulla considerazione del rischio suicidario e l'accompagnamento dei richiedenti l'asilo sul piano della salute psichica.
Il Consiglio federale è incaricato di sottoporre al Parlamento un progetto volto a sostituire l'attuale misura sostitutiva "ammissione provvisoria" con uno statuto di protezione autonomo "H" (per "Humanitärer Schutz", "protezione umanitaria"). Si tratta di creare un nuovo statuto di protezione, probabilmente di lunga durata, che migliori la situazione delle persone in questione e in particolare ne favorisca l'integrazione conformemente agli obiettivi dell'Agenda Integrazione Svizzera. Nel contempo, il progetto deve mirare alla coerenza con la regolamentazione europea della protezione sussidiaria.
L'interesse della Svizzera ad alloggiare in paesi extraeuropei i richiedenti l'asilo è evidente in considerazione all'alto numero di profughi ucraini già presenti sul nostro territorio, la cui partenza - vista la situazione - non è certo imminente, e del fatto che il protrarsi della guerra in Ucraina provocherà indirettamente un incremento dei flussi migratori anche da altre parti del mondo. La Svizzera, a seguito del suo sistema d'asilo estremamente generoso, è meta particolarmente gettonata. In particolare da parte di migranti non integrabili.
Il Consiglio federale ha deciso di attivare lo statuto di protezione S per garantire che le persone in fuga dall'Ucraina ricevano rapidamente un diritto di soggiorno senza doversi sottoporre a una procedura d'asilo ordinaria.
Il Consiglio federale ha precisato che "oltre ai cittadini ucraini e ai loro familiari, ricevono lo statuto S anche i cittadini di Stati terzi costretti a fuggire a causa della guerra, a condizione che prima della loro fuga fossero in possesso di un titolo di soggiorno valido in Ucraina e che un rimpatrio sicuro e durevole non sia possibile". L'applicazione di quest'ultima condizione comporta trattamenti arbitrari.
1. Quando il Consiglio federale cambierà la sua prassi?
2. Quando riconoscerà che l'Eritrea non è uno Stato sicuro?
3. Condivide l'opinione secondo cui gli Eritrei giunti in Svizzera secondo la vecchia legge sull'asilo devono ottenere uno statuto legale?
4. Come può assumersi la responsabilità del ritorno obbligato degli Eritrei in zone di guerra e definirlo ragionevolmente esigibile?
Il Consiglio federale è incaricato di stabilire una definizione delle "persone sfollate a causa di catastrofi naturali legate al cambiamento climatico" e di riconoscere loro uno statuto giuridico di rifugiato in Svizzera, a complemento della Convenzione del 1951 sullo statuto dei rifugiati, in modo da migliorare la loro protezione.
La Confederazione inserisce i profughi con statuto S, principalmente donne e bambini, in un programma specifico, che consente di affrontare la loro particolare vulnerabilità con il necessario sostegno psicologico. Se questo sostegno dovesse risultare efficace, occorre valutare l'opportunità di estenderlo agli altri profughi e al loro statuto. D'altro canto, il programma mira a offrire ai profughi con statuto S un empowerment per renderli ambasciatori e ambasciatrici della pace e della democrazia.
Il Gran Consiglio della Rebubblica e Cantone di Ginevra chiede all'Assemblea federale di garantire, conformemente all'articolo 4 della legge sull'asilo, "provvisoriamente protezione a persone bisognose di protezione esposte a un pericolo generale grave, in particolare durante una guerra o una guerra civile e in situazioni di violenza generalizzata" (...).