Il 5 maggio, il telegiornale della RTS delle 19.30 ha dato notizia di un'esercitazione dell'esercito che coinvolge 4.000 soldati. L'obiettivo: difendersi in caso di attacco da parte di milizie armate. Il servizio mostrava i soldati che sparavano munizioni vere contro bersagli di cartone. Una breve sequenza mostra il bersaglio: è chiaramente un uomo dal profilo magrebino. L'attualità ci insegna che la lotta al razzismo è un compito necessario e quotidiano.
Come giustifica il DPPS l'uso di tali stereotipi?
La Commissione federale contro il razzismo si dedica a temi marginali come l'appropriazione culturale e i monumenti, ma non si pronuncia in maniera critica sull'Islam.
Attualmente nel quadro del Digital services act (DSA), l'UE sta inasprendo le norme per le grandi piattaforme con oltre 45 milioni di utenti. Tra l'altro, lo sta facendo anche per quanto riguarda la pubblicità politica personalizzata in base al profilo degli utenti (microtargeting), i contenuti illegali come i discorsi di odio e le minacce, il trattamento di dati sensibili e la protezione dei minorenni sulle piattaforme.
Il Consiglio federale adotta misure anche contro questi pericoli?
C'è la possibilità per la Svizzera di allinearsi al meccanismo dell'UE applicato alle piattaforme con oltre 45 milioni di utenti?
Vorrei chiedere al Consiglio federale di spiegare l'ideologia e la rete del gruppo "Junge Tat". Inoltre, il Consiglio federale dovrebbe valutare il loro potenziale di violenza e presentare gli strumenti per monitorare il gruppo e agire contro di esso.
Il Consiglio federale è incaricato di elaborare un rapporto esaustivo sulla diffusione e sul potenziale di pericolo di gruppi complottisti radicali in Svizzera. Dovrà presentare, tra le altre cose, statistiche sui gruppi violenti di estrema destra, razzisti e antisemiti. Inoltre illustrerà le misure per lottare in modo mirato e globale contro la diffusione di questi gruppi e delle loro ideologie.
La presente mozione chiede al Consiglio federale di completare le ricerche del PNR42+ facendo luce sul passato del nostro Paese in relazione all'apartheid.
La libertà d'espressione è ovviamente un elemento cardine che contribuisce alla democrazia. D'altra parte, la legge condanna alcuni interventi in pubblico, quando sono considerati come incitamento all'odio o alla violenza, in particolare ai sensi degli articoli 259 e 261bis del Codice penale. In Svizzera è quindi chiaro che un'espressione pubblica in qualsiasi forma che incita espressamente alla violenza è condannabile.
Il rapporto sulla situazione del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) di quest'anno riporta un aumento degli episodi di violenza legati all'estremismo di destra. Stando al SIC, nel 2021 sono stati rilevati 38 episodi di violenza legati all'estremismo di destra. Inoltre sono stati riscontrati 35 episodi di estremismo violento anti-COVID-19. Sempre più spesso anche i media mettono in guardia dagli episodi di violenza legati all'estremismo di destra. Invito pertanto il Consiglio federale a rispondere alle seguenti domande: (...)
La Confederazione è incaricata di elaborare insieme ai Cantoni una strategia comune e più incisiva contro l'antisemitismo e un pertinente piano d'azione che coinvolgano tutti i livelli istituzionali conformemente ai loro compiti e alle loro responsabilità.
In diverse città svizzere, alle manifestazioni contro i provvedimenti anti-COVID-19 hanno partecipato anche estremisti di destra e fascisti dichiarati. Questi casi, insieme al più recente rapporto della FSCI e della GRA, mostrano che in Svizzera le aggressioni antisemite e fasciste sono in crescita. Il rapporto riferisce di un aumento generale dei casi di antisemitismo del 6 per cento e addirittura del 66 per cento in rete.
Chiedo pertanto al Consiglio federale di rispondere alle domande seguenti: (...)
In due interpellanze (Friedl 18.3072 e Ryser 21.3905) è stato chiesto al Consiglio federale di valutare - sul piano storico, morale e giuridico (diritti umani) - la sua posizione del 1864 (Dubs, Schenk, Knüsel, Fornerod, Frey-Herosé, Naeff, Challet-Venel) che aveva giustificato, scusato e sostenuto la schiavitù.
Nella sua posizione, l'attuale Consiglio federale valuta e spiega con lo stesso metro di misura la promozione e la messa al bando della schiavitù, il che è eticamente insostenibile e, per la Svizzera, vergognoso. Secondo il Consiglio federale, promozione e messa al bando si fondano su "valori" e questi valori apparentemente possono cambiare. Giustificare un crimine contro l'umanità - che di fatto annulla tutti i valori - sulla base di un cambiamento di valori è inaccettabile.
Il Consiglio federale è pregato di esaminare gli effetti della pubblicità mirata basata sulla raccolta di dati (pubblicità di sorveglianza) e di proporre in un rapporto una modifica delle basi legali al fine di vietarne, o di regolamentarne severamente, l'utilizzo.
Il Consiglio federale è incaricato di istituire un organo di conciliazione indipendente che offra meccanismi di ricorso informali a bassa soglia per le persone vittima di profiling razziale ed etnico da parte del Corpo delle guardie di confine, della polizia federale e della polizia dei trasporti; deve inoltre essere valutata l'introduzione di un sistema di ricevute.
Il Consiglio federale è incaricato di istituire una base legale a sé stante che vieti e punisca l'utilizzo in pubblico, nel mondo reale e in quello digitale, di simboli noti del nazionalsocialismo, in particolare gesti, parole, forme di saluto, emblemi e bandiere, nonché oggetti che rappresentano o contengono tali simboli quali scritti, registrazioni sonore o video oppure raffigurazioni.
Come riportato nel numero 45 di TANGRAM, la rivista della Commissione federale contro il razzismo (CFR), pubblicato il 27 settembre 2021, nel contesto della pandemia di COVID-19 sono fortemente aumentati nel 2020 gli episodi di antisemitismo e le teorie complottiste. (...)
Il Consiglio federale è incaricato di sottoporre al Parlamento un disegno che vieti l'utilizzo pubblico di simboli e altre rappresentazioni di gruppi che commettono atti terroristici o estremistici che sono chiaramente in contraddizione con i valori di una società democratica, con uno Stato democratico e con l'idea della comprensione reciproca tra i popoli. (...)
La tratta transatlantica degli schiavi è stata uno dei grandi crimini dell'umanità e ha posto le basi per la ricchezza dei Paesi occidentali. (...)
Invito l'attuale Consiglio federale a rispondere alle seguenti domande:
1. Il Consiglio federale riconosce che la schiavitù è sempre stata un crimine contro l'umanità, anche nel 1864?
2. Il Consiglio federale è del parere che il Parlamento e il Consiglio federale in carica nel 1864 si sono resi colpevoli di aver partecipato (giustificando e legalizzando la schiavitù) a un "crimine contro l'umanità" - termine utilizzato dall'ONU nel 2001 (in una dichiarazione firmata dalla Svizzera) per definire la schiavitù?
3. Il Consiglio federale è d'accordo sul fatto che il sostegno alla schiavitù espresso dal Consiglio federale e dal Parlamento nel 1864 giustifichi un risarcimento ai discendenti delle vittime da parte della Svizzera?
Le basi legali devono essere modificate, affinché l'utilizzo pubblico di mezzi di propaganda, in particolare del nazionalsocialismo o di un'associazione intesa a discreditare o calunniare sistematicamente i membri di una razza, etnia o religione, sia punito. Il divieto è diretto contro tutti i simboli ben noti al pubblico come la croce uncinata.
La modifica della legge deve ispirarsi ai concetti di altri ordinamenti giuridici.