Casi tratti dalla prassi

Un’associazione sportiva è tornata sui suoi passi

Un’associazione sportiva svizzera aveva deciso, in occasione dell’assemblea generale, di ammorbidire le disposizioni per l’affiliazione di giocatori provenienti dall’UE e di inasprire le condizioni per il rilascio delle licenze a tutti gli altri giocatori stranieri. Secondo le nuove norme, questi ultimi avrebbero ottenuto unicamente una licenza contrassegnata dall’indicazione «E», che di fatto non avrebbe più consentito loro di partecipare ad esempio ai campionati nazionali.

Dopo essersi rivolti al servizio di consulenza della CFR, alcuni giocatori direttamente toccati dal provvedimento hanno presentato ricorso. Dal canto suo la CFR ha inviato una presa di posizione al comitato della federazione. L’associazione ha in seguito commissionato a Swiss Olympic una perizia giuridica dalla quale è emerso che la disposizione prevista priverebbe i giocatori extraeuropei residenti da tempo nel nostro Paese di diritti acquisiti. L’associazione è quindi tornata sulla sua decisione in occasione dell’assemblea dei delegati e ha dato seguito alla richiesta dei promotori del ricorso di revocare la decisione, giudicata discriminatoria nei confronti dei giocatori di Paesi non appartenenti all’UE.

Inizio paginaUltima modifica: 02.01.2019

La CFR gestisce una banca dati che raccoglie le decisioni e le sentenze pronunciate dal 1995 dalle diverse autorità giudiziarie svizzere in virtù dell’articolo 261bis del Codice penale.

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