Sintesi dell'articolo
«Zwischen Offenheit und Distanz» (tedesco)
Più della metà della popolazione residente ritiene buona l’integrazione dei migranti. Ma quasi due terzi considerano il razzismo un problema sociale serio.
Nel 2016, l’Ufficio federale di statistica ha svolto per la prima volta un’indagine sulla convivenza in Svizzera. Il 36 per cento degli interpellati ha dichiarato di sentirsi disturbato dalla presenza di persone percepite come diverse, ad esempio per nazionalità, religione o colore della pelle. Il 16 per cento si sente minacciato dagli stranieri. Nel complesso, tuttavia, la popolazione si dimostra aperta: la maggioranza è a favore di maggiori diritti per gli stranieri e il 56 per cento approva la naturalizzazione automatica della seconda generazione. Il 65 per cento non pensa che sia colpa degli stranieri se non ci si sente sicuri per strada.
L’indagine offre anche un quadro delle esperienze di discriminazione vissute in prima persona. Il 21 per cento degli interpellati ha affermato di aver subìto, nel corso degli ultimi cinque anni, discriminazioni a causa del proprio gruppo di appartenenza (età, sesso, orientamento sessuale, nazionalità, religione, colore della pelle, lingua, professione, convinzioni politiche, disabilità). Tra i cittadini stranieri si rileva un tasso più elevato rispetto ai cittadini svizzeri (28 contro 19 %), ma uguale a quello dei residenti con retroterra migratorio (29 %).
Il 14 per cento degli interpellati ha sostenuto di essere stato vittima di discriminazioni a sfondo razzista. Il tasso è nettamente più elevato tra la popolazione straniera (23 %) e la popolazione con retroterra migratorio (23 %). Tra la popolazione senza retroterra migratorio, soltanto l’8 per cento ha dichiarato di esserne stato vittima.
Il 56 per cento degli interpellati ritiene da buona a molto buona l’integrazione dei migranti nella società svizzera. Il 43 per cento invece la giudica da piuttosto insoddisfacente a pessima. Quasi un terzo del campione non considera il razzismo un problema attuale, ma la maggioranza (66 %) lo ritiene un serio problema sociale.
Il 57 per cento degli interpellati ritiene che le misure adottate contro il razzismo siano sufficienti, il 6 per cento le trova esagerate e il 34 per cento le giudica insufficienti. Il quadro è analogo per quanto riguarda l’integrazione: il 51 per cento della popolazione ritiene adeguate le misure adottate, il 19 per cento ha l’impressione che si faccia troppo e il 29 per cento che si faccia troppo poco.
Agli scontenti è stato chiesto quali attori dovessero fare di più o di meno contro il razzismo. Il 30 per cento ha indicato la Confederazione, i Cantoni e i Comuni. Un altro 30 per cento, invece, pensa che la lotta al razzismo dovrebbe essere responsabilità di ogni singolo individuo. Il 20 per cento ritiene che siano i politici a dover adottare misure, il 13 per cento attribuisce questo compito alle scuole e ai docenti e il 6 per cento, infine, pensa che tocchi agli stranieri.
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