Sintesi dell'articolo
«Wer dazu gehört – und wer nicht. Rassismus als gesellschaftliches Machtverhältnis» (tedesco)
«Chi è integrato non è discriminato»: quest’equazione è molto diffusa, ma in contraddizione con una realtà in cui persone che fanno parte della nostra società ne sono rese estranee per motivi razzisti. Nel suo contributo, Iman Attia tematizza il razzismo come uno dei diversi rapporti di potere sviluppatisi come elementi strutturali delle società moderne.
I rapporti di potere sociali sono interdipendenti e si intrecciano in più modi e a più livelli. Elementi costitutivi delle moderne società occidentali sono, oltre al razzismo, anche altri rapporti di potere, per esempio quelli inerenti al sesso, alla classe sociale o all’età. Nessuno di questi rapporti di potere può esistere senza gli altri, nessuno è in grado di strutturare da solo società moderne, nessuno è ben definito, monolitico o immutabile. Il razzismo, quindi, non è soltanto inscindibilmente legato ad altri rapporti di potere, ma anche complesso nelle sue dimensioni interne. Nazione, etnia, cultura e religione sono accostate e incidono in modo diverso secondo il contesto storico. Nelle argomentazioni le dimensioni si mischiano e creano condizioni di vita concrete per (gruppi di) persone razzializzate. La differenza è dunque il prodotto della combinazione tra differenziazione razzista, sesso, sessualità, classe sociale, età e altre caratteristiche. Allo stesso tempo sono rese invisibili e/o svalutate le differenze individuali e biografiche, ma anche sociali e culturali. Analizzare il razzismo significa quindi analizzare sia le differenze che le differenziazioni considerandone la funzionalità al potere, gli intrecci e l’incisività, cioè tenendo debitamente conto della complessità delle condizioni di vita, allo scopo di portare alla luce ingiustizie strutturali, ideologiche e sociali.