Sintesi dell'articolo
«Unteilbar Gemeinschaftliches im Mittelpunkt. Eine vielfältige Gesellschaft braucht eine kohärente Inklusion» (tedesco)
Autor
Primo delegato all’integrazione del Cantone di Basilea Città, Thomas Kessler ha contribuito a definire l’attuale politica d’integrazione.
thomas.kessler@id-kessler.ch
A Basilea, la politica d’integrazione e di lotta alla discriminazione può guardare con orgoglio agli ultimi 20 anni. Vero Cantone pioniere, Basilea Città ha aperto la strada allo sviluppo della politica d’integrazione nazionale. Risultato: le basi legali e gli strumenti giuridici si sono rivelati solidi ed efficaci. Il principio dell’uguaglianza e il divieto di discriminare chicchessia sulla base di caratteristiche biologiche, culturali o di altro tipo sono vissuti consapevolmente nella realtà e anche il dovere delle autorità di attuare il divieto di discriminazione ai sensi dell’articolo 35 della Costituzione federale (Cost.) è tutt’altro che lettera morta. Con un’assidua informazione proattiva sul terreno (nei quartieri e nelle associazioni) e svolgendo un lavoro d’integrazione nelle strutture ordinarie si riesce anche ad attuare al meglio l’obbligo di prevenire la discriminazione tra privati (art. 35 cpv. 3 Cost.). Non è pressoché mai stato necessario scomodare la norma penale contro la discriminazione razziale, efficace in particolare contro negazionisti dell’Olocausto, fanatici antisemiti e neonazisti attivi.
Il modo più efficace per promuovere nel migliore dei modi la parità di trattamento di tutti gli esseri umani è assistere professionalmente le persone nel loro mondo. Lavorando nei quartieri bisogna raggiungere anche chi vive negativamente l’evoluzione della società. I cosiddetti perdenti della globalizzazione e chi è ridotto in solitudine devono essere presi sul serio e i loro problemi sociali vanno affrontati in modo mirato. L’universalità dei diritti umani deve concretizzarsi in una realtà plurale. Si tratta di attuare coerentemente la Costituzione e la legge, cioè di rispettare i vincoli del nostro ordinamento giuridico. Più aumenta l’eterogeneità della società, più coerente dev’essere l’inclusione e meno opportune sono le strutture parallele. La lotta alla discriminazione non deve rafforzare la tendenza alla frammentazione della società e alla ritribalizzazione, ma mettere al centro gli elementi inscindibilmente comuni.