Sintesi dell'articolo
«Recht § einfach kompliziert. Rassismus, Sexismus, Ableism etc. in der Comedy» (tedesco)
Autor
Tarek Naguib, giurista, è collaboratore scientifico della Scuola universitaria delle scienze applicate di Zurigo ZHAW dal 2012. Attualmente è impegnato in una dissertazione di diritto teorico sul diritto svizzero contro la discriminazione. tarek.
naguib@gmail.com
Quando è legittimo limitare la libertà d’espressione e la libertà artistica? Le battute antisemite del sedicente comico francese Dieudonné, le barzellette sugli Italiani del sindaco di Berna Tschäppät e la parodia su Oprah Winfrey di Birgit Steinegger sono tre tipi diversi di trasgressione della comedy e della satira. Infatti, mentre le battute di Dieudonné non solo veicolano immagini discriminatorie, ma fomentano anche un clima di ostilità e sono quindi penalmente perseguibili, quelle della Steinegger e di Tschäppät sono senz’altro discriminatorie, ma non propagano alcun sentimento negativo. Tuttavia attingono anch’esse a schemi razzisti. Inoltre, nel valutare se si configuri il reato penale di istigazione alla discriminazione razziale non va trascurato il contesto proposto dalla satira. Proprio in considerazione del contesto, per esempio, l’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva AIRR ha ritenuto lecito l’epiteto «n…» riferito al presidente americano Obama. Le figure che lo utilizzano nella satira – così è stata motivata la decisione – sono infatti rappresentate come spiriti limitati, acritici e razzisti. Tuttavia, questa la critica dell’autore dell’articolo all’AIRR, la gerarchizzazione resta pericolosa anche se non è perseguibile penalmente e andrebbe quindi considerata nel quadro di divieti di discriminazione di diritto amministrativo. Bisognerebbe cioè verificare se nella satira si richiami e si consolidi un rapporto di potere strutturalmente radicato. Anche se i diritti fondamentali e i diritti umani prevedono interventi contro i pregiudizi, non si dovrebbe eccedere nella limitazione della libertà di espressione nelle satire che utilizzano stereotipi discriminatori. I provvedimenti dovrebbero piuttosto essere diretti a combattere i discorsi egemonici. Allo scopo si dovrebbe creare consenso attraverso il dialogo e la promozione dell’eterogeneità nel settore della comedy.