TANGRAM 34

L’umorismo ebraico – un necrologio

Sintesi dell'articolo
«Der jüdische Humor – ein Nachruf» (tedesco)

Autor

Charles Lewinsky è drammaturgo, sceneggiatore e romanziere. Insignito del premio della Fondazione Schiller per il romanzo Johannistag nel 2000, nel 2008 ha pubblicato Melniz, un romanzo che racconta la storia di una famiglia ebrea svizzera tra il 1871 e il 1941. Il libro ha avuto un enorme successo ed è stato tradotto in undici lingue. La Francia gli ha conferito il premio per il miglior romanzo straniero.
charles@lewinsky.ch

«L’umorismo ebraico non esiste.» – Nessun popolo ha un suo umorismo specifico. E il cosiddetto umorismo ebraico non è etnico, ma storico. Fateci caso: normalmente, quando uno racconta una barzelletta che già conosciamo, lo interrompiamo. Ma non è così per le barzellette ebraiche: anche se ormai le conosciamo tutte, nessuno interrompe mai chi le racconta. Il reverenziale silenzio con cui tutti attendono la battuta finale altro non è se non un solenne rituale in ricordo di un’epoca passata. L’umorismo ebraico è infatti il prodotto di un periodo storico ben preciso che va da Moses Mendelssohn (ottobre 1743) alla presa del potere dei nazisti (gennaio 1933).

Le barzellette sono il frutto di questo quadro storico. Rappresentano la resistenza all’oppressione della cultura dominante e non sono quindi specificamente ebraiche, ma riflettono un determinato contesto sociale. Inoltre, caratterizzano un’epoca di rivolgimenti e lumi che prelude a un cambiamento della percezione identitaria. Un cambiamento che genererà contrasti anche in seno alla società ebraica (ricco – povero, askalà – chassidismo, ortodosso liberale) e che si rifletterà anch’esso in una serie di barzellette.

L’epoca delle barzellette ebraiche, cioè della situazione che le ha generate, è da tempo finita. In altre parole: come sono affrontati i conflitti oggi nella comunità ebraica? Con molto meno spirito – ma forse è proprio questa la vera emancipazione.

Il saggio è stato pubblicato per la prima volta nel magazine Tachles del 31 agosto 2012.
www.tachles.ch