Sintesi dell'articolo
«UNO-Dekade «Menschen afrikanischer Abstammung» (2015 – 2024)» (tedesco)
Autore
Doris Angst è direttrice della CFR, delegata suppl. all’ECRI e docente alla Scuola universitaria professionale di Berna.
doris.angst@gs-edi.admin.ch
La Conferenza mondiale contro il razzismo di Durban del 2001 è stata il punto di partenza di un’intensa riflessione sugli svantaggi e sul razzismo che in tutto il mondo colpiscono le persone di discendenza africana (People of African Descent, PAD). Come riportato nella dichiarazione finale, queste persone sono state per secoli vittime del razzismo, della discriminazione razziale e della schiavitù e la Storia ha negato loro un gran numero di diritti. Oltre a presentare numerose richieste per migliorare la situazione delle PAD, il Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite ha nominato un gruppo di esperti in materia che nel 2012 ha proposto di istituire un decennio espressamente dedicato alle persone di discendenza africana. Dal canto suo il CERD, il Comitato delle Nazioni Unite incaricato di vigilare sul rispetto della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, ha emanato una raccomandazione generale (n. 33, 2009) sull’attuazione del programma d’azione seguito a Durban 2001 e ha colto l’occasione del 2011, Anno internazionale delle persone di discendenza africana, per una nuova raccomandazione generale (n. 34, 2011), intitolata Racial Discrimination against People of African descent. La situazione delle persone di discendenza africana è giudicata molto negativamente: la schiavitù subita in passato continua a condizionarle. Tuttora vittime di discriminazione strutturale, sono ancora tra i gruppi di popolazione più poveri e partecipano solo limitatamente ai processi decisionali. Ad esempio, per i cittadini di Stati dell’Africa subsahariana è quasi impossibile ricevere un visto d’ingresso per la Svizzera o i Paesi dell’area Schengen. Come dimostrano gli articoli pubblicati in questo numero di TANGRAM, anche in Svizzera non mancano i motivi per contribuire, mediante misure di politica interna, al decennio delle persone di discendenza africana decretato dalle Nazioni Unite per il periodo 2015 – 2024.