TANGRAM 33

L’immagine dell’Africa in Occidente. Una storia di pregiudizi

Sintesi dell'articolo
«L’image de l’Afrique en Occident : une histoire des préjugés» (francese)

Autor

El Hadji Gorgui Wade Ndoye è direttore del webzine panafricano ContinentPremier. Com e giornalista accreditato alle Nazioni Unite di Ginevra.
g.ndoye@continentpremier.com

Diverse fonti attestano la presenza di persone di colore al di fuori dell’Africa molto prima del fenomeno della schiavitù. Non è un caso, infatti, che il continente africano sia oggi generalmente considerato la culla dell’umanità. In realtà, quella del Nero è una figura ideata dai colonizzatori occidentali nel XV secolo. Nell’arco di tre secoli, 12 milioni di africani neri sono stati deportati verso il Nuovo mondo. Per legittimare il colonialismo e la schiavitù, gli antropologi, gli etnologi, i politologi, gli economisti e i naturalisti come Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, e alcuni ambienti ecclesiastici attraverso il mito della dannazione di Cam hanno costruito un’immagine stereotipata del Nero, rappresentato come un selvaggio, un incolto, un inetto, qualcuno che non ha prodotto nulla, un parassita, un pigro, un semplicione e un essere incapace di prendere in mano le redini del proprio destino.

I pregiudizi attuali hanno profonde radici e sono tuttora veicolati dai media. Per citare Iba Der Thiam, professore di storia all’Università di Dakar (Senegal), «abbiamo suscitato nelle coscienze l’immagine di un continente maledetto, alla deriva, incancrenito da mali incurabili, e quella di un’élite africana corrotta, marcia, spendacciona, dittatoriale, incapace di riuscire a tutelare lo straniero. Questo per meglio giustificare il dominio esterno sulle nostre valute, i piani di ristrutturazione, l’esclusione dell’Africa dalla governance mondiale e la sua estromissione dai centri in cui si fissano i prezzi delle materie prime e dei manufatti».

Fortunatamente, però, il continente africano sta viepiù prendendo consapevolezza della propria forza e i risultati sono evidenti.