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Lo storico Josef Lang studia da più di 20 anni la storia dell’antisemitismo. josef.lang@bluewin.ch
Con la loro islamofobia, il Front National (FN) francese, l’Alternativa per la Germania (AfD) e il Partito della libertà austriaco (FPÖ) si professano amici di Israele. Ma non per questo rinunciano all’antisemitismo.
Le attestazioni di solidarietà a Israele non possono essere considerate l’espressione di un mutato atteggiamento. Sia l’AfD che il FPÖ si dichiarano i «migliori amici», ma poi tollerano la presenza tra le loro fila di persone come il capo dell’AfD della Turingia Björn Höcke, che aveva definito «memoriale della vergogna» il memoriale all’Olocausto di Berlino. Per lo studioso di estremismo di destra e antisemitismo Heribert Schiedel «le agitazioni antimusulmane iniziate a cavallo del nuovo millennio non hanno sostituito l’antisemitismo, ma vi si sono per così dire sovrapposte».
La diagnosi di Schiedel vale molto probabilmente per la maggior parte dei partiti di destra islamofobi con radici antisemite – anche per il FN, nonostante Marine Le Pen per ragioni tattiche abbia cercato di distanziarsi dall’antisemitismo rozzo del padre Jean-Marie.
Vedremo nei prossimi anni se l’estremismo di destra, cosa assolutamente nuova in Europa, sarà in grado di esistere anche senza antisemitismo. Come storico ho i miei dubbi. L’antigiudaismo e l’ostilità verso i musulmani non sono soltanto le eredità più tetre dell’occidente cristiano. Sono anche strettamente legati, come dimostrano le crociate e i pogrom.
Soltanto un universalismo umanista fondato sull’uguaglianza di tutti gli esseri umani, la parità di diritti fra i popoli e la pari dignità per tutte le religioni è in grado di scongiurare derive antisemite o islamofobe.