TANGRAM 39

L’antisemitismo nelle reti sociali

Sintesi dell'articolo
«L’antisémitisme sur les réseaux sociaux. Transformation et recyclage d’une haine ancestrale» (francese)

Autori

Alain Bruno Lévy e Johanne Gurfinkiel sono rispettivamente presidente e segretario generale del Coordinamento intercomunitario contro l’antisemitismo e la diffamazione (CICAD). levy@jmlp.ch; jgurfinkiel@cicad.ch

L’avvento di Internet ha giocato un ruolo importante nell’evoluzione dell’antisemitismo, del negazionismo e delle teorie del complotto. Vero e proprio «contro-spazio» senza filtri, la rete è un acceleratore molto efficace degli estremismi.

L’antisemitismo si diffonde nelle reti sociali mediante la condivisione di contenuti e i commenti degli internauti. Lontano dall’essere nuove, le idee veicolate riciclano la vecchia propaganda del XIX e XX secolo. Ogni 83 secondi è pubblicato un contenuto a carattere antisemita. Il vettore principale è Twitter, seguito dai blog e da Facebook.

Due gli assi da privilegiare nella lotta all’antisemitismo in Internet: le reti sociali e la protezione giuridica. Le prime, che contribuiscono a diffondere la maggior parte dei contenuti antisemiti, devono essere sottoposte a una sorveglianza più rigorosa che consenta in particolare di sopprimere sistematicamente i post, le pagine e i gruppi antisemiti. I social media devono vigilare sui contenuti e sui blog che ospitano sui loro siti. La libertà di espressione non è un lasciapassare per le opinioni e le generalizzazioni antisemite.

Sul piano giuridico bisogna riconoscere alle associazioni diritti di parte affinché possano agire contro le infrazioni alla norma penale contro il razzismo (Art. 261bis CP). Occorre inoltre promuovere una cooperazione internazionale per affrontare il problema dei «messaggi d’odio» su Internet e per poter sanzionare i siti antisemiti attivi al di fuori dei confini svizzeri.