TANGRAM 39

L’antisemitismo nell’era della globalizzazione

Sintesi dell'articolo
«Antisemitismus im Zeitalter der Globalisierung. Der «Jude» und Israel als Synonyme für westlichen Imperialismus» (tedesco)

Autor

Lo storico e scrittore Doron Rabinovici è nato nel 1961 a Tel Aviv e vive dal 1964 a Vienna. rabinovici@chello.at

Nel corso della storia, l’antisemitismo si è manifestato sotto diverse sembianze: come antigiudaismo cristiano e come antisemitismo razzista. Con la vittoria sul nazismo, è diventato fondamentalmente un tabù, ma ha continuato a sopravvivere sotto forma di relativizzazione o addirittura negazione della Shoah.

Nel nuovo millennio è sorto un nuovo antisemitismo: l’antisemitismo globalizzato. Gli Ebrei e Israele sono visti come sinonimi per eccellenza dell’imperialismo occidentale. Le forze islamiche, ma anche parti della sinistra sono considerate i centri di questo nuovo antisemitismo che trova la sua espressione in un nuovo radicalismo verbale nei confronti di Israele e degli Ebrei nel loro insieme e in una nuova forma di violenza che si traduce in un aumento delle aggressioni contro gli Ebrei e degli attentati omicidi contro le loro istituzioni.

Oggi nel mondo – nel Vicino Oriente come in Europa o nel Sudest asiatico – ci sono più appartenenti a movimenti antisemiti che Ebrei. Il numero di coloro che inconsciamente hanno interiorizzato cliché antisemiti è probabilmente ancora più elevato. La maggior parte delle persone non vuole però avere nulla a che fare con l’antisemitismo; sono la maggioranza che bisogna sensibilizzare affinché si levino con decisione contro l’odio e l’istigazione all’odio. È necessario promuovere la riflessione sui pregiudizi antisemiti, soprattutto laddove sono apertamente espressi con particolare fervore e ferocia.