TANGRAM 36

Il sociologo: «Il disprezzo dell’Altro come processo di gruppo»

Sintesi dell'articolo
«Der Soziologe : «Menschenverachtung als Gruppenprozess» (tedesco)

Autor

Sandro Cattacin è direttore dell’Istituto di ricerche sociologiche dell’Università di Ginevra.
sandro.cattacin@unige.ch

Secondo Cattacin, gli atteggiamenti lesivi della dignità umana si fondano spesso sull’interiorizzazione di esperienze maturate direttamente o de relato con persone percepite come pericolo cui vengono attribuite determinate caratteristiche di gruppo.

Costitutive dell’identità, queste interiorizzazioni si sviluppano perlopiù disordinatamente combinando frammenti di narrazioni, vissuto e osservazioni e cristallizzandoli in stereotipi, la cui onnipresenza nella nostra società non è che un sintomo del costante tentativo di differenziarsi dagli altri in un mondo assetato di individualità. D’altro canto, questi atteggiamenti interiorizzati lesivi della dignità umana suscitano al più qualche ironia o pura e semplice indifferenza. Come spiega Cattacin, gli atteggiamenti lesivi della dignità umana possono radicarsi negli individui soltanto se sono approvati anche da altri. I processi di socializzazione possono dunque rafforzare nei gruppi gli atteggiamenti dei singoli e le identità che vi fanno riferimento. Nel mondo digitale del XXI secolo anche gli atteggiamenti più astrusi possono radicarsi attraverso le relazioni interpersonali.

Come arginare questo processo? Secondo Cattacin, promuovendo un uso linguistico attento alle diversità, ma anche confrontandosi direttamente con chi la pensa diversamente e opponendo ai commenti visioni alternative – non smettendo mai di differenziare. Cattacin giunge alla conclusione che in un mondo caratterizzato da identità fragili, complesse e mobili la soluzione non è tanto combattere gli atteggiamenti lesivi della dignità umana, ma piuttosto promuovere una convivenza fondata sulla differenziazione del lessico, l’incontro e la convivialità.