TANGRAM 36

Il giornalista: «Il culturalismo, nuovo volto del razzismo»

Sintesi dell'articolo
«Der Journalist: «Der heutige Rassismus ist nicht ‹rassistisch›, sondern kulturalistisch.» (tedesco)

Autor

Il dottor Urs Hafner è storico e giornalista scientifico free-lance a Berna; scrive soprattutto per la NZZ.
u_hafner@bluewin.ch

Secondo il Consiglio svizzero della stampa, i giornalisti devono rispettare la dignità delle persone e rinunciare a riferimenti discriminatori sull’etnia o la nazionalità, sulla religione, il sesso o le abitudini sessuali, sulla malattia e gli stati di infermità fisica o mentale. Nella pratica sembra che lo facciano, dato che negli ultimi anni nessuno di loro è stato condannato per violazione della norma penale contro il razzismo.

Urs Hafner sottolinea però come il razzismo abbia cambiato pelle, sbarazzandosi del concetto di «razza». Oggi, infatti, quasi più nessuno difende la teoria della superiorità biologica della «razza bianca» sulla «razza nera». Sulle orme di questo razzismo d’impronta biologica, numerosi media starebbero però sdoganando un nuovo tipo di razzismo: il «culturalismo» o «essenzialismo culturale». Un tipo di razzismo non più riferito solo alla razza in senso stretto (che non esiste), ma anche all’etnia, alla cultura e alla religione di una persona, e che quindi, secondo l’autore, si spinge molto più in là: «tu sei diverso da noi perché sei di cultura africana». L’Altro, quindi, è diverso perché è parte di un’altra cultura, e non semplicemente perché è una persona diversa. Proprio come il razzismo, il «culturalismo» non accetta l’individuo come tale, ma lo riduce ad altro. E dato che, per definizione, l’Altro è diverso, chi è diverso deve integrarsi. Sui giornali leggiamo che Tizio o Caio si deve integrare perché proviene da un’altra cultura, incompatibile con la nostra. Secondo Urs Hafner, se fossimo più attenti, vedremmo che questo Altro, altro non è che un individuo con la sua storia personale.