TANGRAM 37

Nei piani di studio non c’è traccia della parola «razzismo»

Sintesi dell'articolo
«Das Wort «Rassismus» fehlt in den Lehrplänen» (tedesco)

Autori

Madeleine Scherrer è assistente al Centro di educazione civica e didattica storica dell’ASP della FHNW, nonché assistente diplomata al Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Friburgo. madeleine.scherrer@fhnw.ch

Béatrice Ziegler dirige il Centro di educazione civica e didattica storica dell’ASP della FHNW. beatrice.ziegler@fhnw.ch

Nella scuola pubblica, l’educazione alla tolleranza deve integrare il concetto di interculturalità. Nei piani di studio, tuttavia, non è espressamente prescritto alcun approccio sistematico al razzismo e alla sua critica. È quindi lecito chiedersi quali basi concrete offrano il «Lehrplan 21» e il «Plan d’études romand PER» – rispettivamente il piano di studio per la Svizzera tedesca e quello per la Svizzera francese – per l’apprendimento di una tolleranza culturale non limitata da atteggiamenti razzisti. Non si può non notare che in nessuno dei due compare il termine «razzismo», ma entrambi citano il compito della scuola pubblica di educare al rispetto reciproco nella convivenza con altre persone, con particolare riguardo alle culture, alle religioni e agli stili di vita, e di insegnare a vivere la diversità come arricchimento. Dato che le scuole sono tenute a perseguire questi obiettivi interdisciplinarmente, i temi del confronto e dell’incontro ricorrono nei più disparati piani disciplinari: in quelli delle materie linguistiche come in quelli delle scienze naturali, umane e sociali, o in quelli delle arti figurative.

Come vengono integrati l’apprendimento interculturale e l’educazione antirazzista nella formazione dei futuri docenti? Gli studenti dell’Alta scuola pedagogica (ASP) della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW) possono scegliere tra diversi corsi e seminari sull’interculturalità o sui processi di socializzazione. La frequenza non è però obbligatoria. Negli ultimi anni, nella formazione continua per docenti il mancato raggiungimento di un numero sufficiente di iscrizioni ha comportato l’annullamento di diversi corsi su questi temi, ma l’attuale problematica dei rifugiati potrebbe riportarli alla ribalta.