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Laureato in filosofia, Oliviero Ratti è docente e responsabile dei progetti nella Svizzera italiana per éducation 21.
oliviero.ratti@education21.ch
Dal 2001 ad oggi sono una cinquantina i progetti scolastici che nella Svizzera italiana hanno avuto come sfondo la prevenzione del razzismo. Un paniere di proposte eterogenee che ha visto coinvolti tutti i settori dell’insegnamento, dalla scuola dell’infanzia ai diversi cicli della scuola dell’obbligo fino alle scuole professionali.
Poter osservare lo svolgimento di questi progetti sull’arco di quindici anni è una bella opportunità. Nella loro eterogeneità, infatti, vi si possono scorgere le costanti e i legami che ne caratterizzano il valore educativo.
Per esempio, la tematizzazione dei pregiudizi, che ha visto interagire con le classi alcune note compagnie teatrali, come il Trickster Teatro, il Teatro Pan, i Fauni, i Giullari di Gulliver e Michel Poletti. In questi progetti, si è lavorato soprattutto sui propri immaginari e sentimenti. Il teatro interattivo come strumento educativo per affrontare senza paura quelle parti che ognuno si porta dentro e che possono fomentare odio e discriminazione razziale.
La trasversalità è un’altra costante che ha caratterizzato i progetti nella Svizzera italiana, interdisciplinari e realizzati con il coinvolgimento attivo di docenti, allievi e genitori. Progetti che hanno rappresentato vere e proprie finestre sul mondo dalle quali poter guardare al razzismo anche dal punto di vista dei diritti umani e da quei fenomeni scolastici come il bullismo che ne riproducono i meccanismi.
In quest’ottica meritano un plauso i progetti in cui le scuole hanno interagito fra di loro. Scuole professionali come la SUPSI e il Pretirocinio d’integrazione, per esempio, che hanno saputo lavorare assieme integrando nelle loro attività anche rappresentanti della società civile. Una visione della scuola che apre alla società e dà valore all’altro come persona e percorso di vita.
Né va dimenticato il lavoro di approfondimento svolto dagli insegnanti nelle singole discipline. Integrati nei progetti trasversali o inseriti nelle lezioni ordinarie, non sono infatti mancati i legami fra le dinamiche discriminatorie e i contenuti tematici previsti dai piani di studio, come il colonialismo, i regimi dittatoriali del Novecento o l’apartheid. Con i dovuti agganci, naturalmente, ai fenomeni di stretta attualità quali i flussi migratori, i richiedenti l’asilo o le votazioni popolari in materia di stranieri.
È il nome di un progetto realizzato alla Scuola media di Giornico nel 2014 che ha visto come protagonisti allievi di seconda. Partendo da alcuni testi narrativi classici e da storie inedite scritte dagli allievi stessi, i docenti hanno sviluppato un laboratorio teatrale in collaborazione con un’attrice specializzata. Un cantiere educativo su tutto l’arco dell’anno scolastico che ha permesso di approfondire le dinamiche discriminatorie ma anche e soprattutto i comportamenti indispensabili per il rispetto della dignità umana in qualsiasi contesto. Un progetto di qualità per com’è stato concepito, per i contenuti trattati e per la metodologia partecipativa.