Sintesi dell'articolo
«Teil der Landeskultur statt «exotische Randnote» (tedesco)
Autor
Storico e scrittore, Venanz Nobel è membro della Commissione federale contro il razzismo CFR.
venanz.nobel@balcab.ch
Jenisch, Sinti e Rom: una componente a pieno titolo della cultura nazionale anziché un’esotica nota a margine
Ogni allievo, in Svizzera, dovrebbe imparare a conoscere il proprio Paese in tutte le sue sfaccettature, eppure non esiste un libro di testo che parli degli Jenisch, dei Sinti e dei Rom. Negli ultimi anni, è stato sì elaborato materiale didattico sull’argomento, ma spesso gli unici temi trattati sono le «aree di sosta e di transito», il «divieto di accattonaggio» e la «copertura mediatica». I nuovi manuali, infatti, sono stati sviluppati più sulle che con le minoranze interessate e, dato che meno del 10 per cento degli Jenisch, dei Sinti e dei Rom praticano ancora il nomadismo, il 90 per cento di questi gruppi di popolazione continua ad essere ignorato. Oggi come ieri, le conoscenze sono lacunose, anche tra i docenti. Eppure, finché queste minoranze, che da secoli fanno parte della società e contribuiscono a plasmare la cultura svizzera, non saranno inserite anche nell’istruzione di base, sarà difficile se non impossibile esigere che si integrino e aspettarsi che mettano da parte le loro paure congenite nei confronti della scuola, storicamente riconducibili non da ultimo a test di intelligenza discriminatori. Molti pionieri della ricerca sull’intelligenza, infatti, erano eugenisti e gli Jenisch, i Sinti e i Rom hanno vissuto sulla propria pelle le conseguenze della loro mentalità: in Svizzera si sono protratte fino al 1973, quando è finito il programma «bambini della strada».