Autore
Monica Cantieni scrive racconti e romanzi. Insieme a Bettina Spoerri è iniziatrice della serie di letture «Essere umano – Being Human: scrittrici e scrittori contro l’odio». www.monicacantieni.com
Con il motto «essere umano», un collettivo di scrittori svizzeri s’impegna contro l’odio, l’antisemitismo e il razzismo con diverse tipologie di testi e una serie di letture dedicate all’umanità in tutte le sue sfaccettature.
Il 7 ottobre 2023 rappresenta un punto di rottura in termini di dimensione e valutazione della violenza. Il massacro di Hamas contro i civili israeliani, le barbare uccisioni e il rapimento di bambini, donne stuprate, persone anziane e uomini gravemente feriti sono tutte espressioni di un odio profondo. Le interviste con i terroristi arrestati di Hamas, che non alzavano mai lo sguardo verso la telecamera e imputavano la responsabilità delle loro azioni ai loro superiori, ci hanno lasciato senza parole. È spaventoso vedere quante manifestazioni di solidarietà per l’attentato terroristico abbiano raccolto le immagini ampiamente condivise sui social media.
Sconcertanti sono anche le immagini di persone riversatesi nelle strade per festeggiare l’attacco di Hamas, sia in Europa che negli Stati Uniti. Come sconcertanti sono le incitazioni alla violenza contro persone ebree nei canali Telegram di estrema destra, finora rimaste senza conseguenze legali, così come le aggressioni che si sono moltiplicate negli ultimi mesi.
Sconcertante è inoltre l’elevatissimo numero di vittime tra la popolazione civile di Gaza, tra cui molti bambini. Sconcertante è pure che ai sopravvissuti non resti più niente, visto che infrastrutture come ospedali, scuole e università sono state distrutte, e che l’accesso a cibo, acqua, Internet e informazioni affidabili è estremamente limitato. Sconcertante il grande numero di giornalisti e fotografi che hanno perso la vita nella striscia di Gaza.
Altrettanto sconcertante è che, in tutto il mondo, le persone ebree non si sentano al sicuro, come anche le persone non bianche, di altre origini, di altre religioni o che si identificano come queer. Sia nello spazio digitale che nelle strade, le persone urlano, le loro voci stridono. In tutto questo ci sono due grandi assenti: la compassione per le vittime del conflitto e la capacità di condurre un dialogo differenziato.
In Germania, le voci critiche contro l’incitamento all’odio si sono levate presto: qui in Svizzera, invece, si è rimasti perlopiù in silenzio. Siamo rimasti in silenzio, anche noi scrittori, che abbiamo le parole come prerogativa. Il silenzio non è confortante e abbiamo capito che non è opportuno. Eppure, prendere parte a questo marasma di opinioni indifferenziate era fuori discussione per noi. Abbiamo perciò deciso di andare avanti con i nostri mezzi: con le parole, con la letteratura.
Per scrivere serve tempo, il tempo necessario per esprimere quello che accomuna tutti gli autori di queste violenze: l’odio. L’odio in tutte le sue forme – che si tratti di incitamento all’odio, diffamazione, insulti o ingiurie, attraverso i canali digitali o nella vita reale, sotto forma di scritte su un muro, di minacce o, nel peggiore dei casi, di un passaggio all’atto.
Questo odio, che ha nel suo DNA il fatto di ridurre un essere umano alla sua religione, al suo orientamento sessuale, al colore della sua pelle o alla sua origine, priva gli esseri umani della loro dignità, mette in dubbio il loro diritto all’esistenza o arriva addirittura a negarlo del tutto. L’odio è profondamente antidemocratico e in moltissimi casi è penalmente rilevante.
Il progetto «ESSERE UMANO