Sintesi dell'articolo
«Vermessen, bewacht, befragt – und problematisiert. Ein Versuch der Verortung eines allgegenwärtigen Diskursphänomens» (tedesco)
Autor
Samuel M. Behloul è professore ordinario di religione al seminario di scienza delle religioni dell’Università di Zurigo e responsabile del dipartimento Cristianesimo dell’Istituto per il dialogo interreligioso di Zurigo ZIID. samuel.behloul@ziid.ch
In Svizzera si scrive e si parla molto dell’Islam e dei musulmani. Negli ultimi anni, la cosiddetta questione islamica o il problema islamico ha innescato una serie di dibattiti. I musulmani sono sotto costante osservazione: vengono passati ai raggi X, sorvegliati e interrogati – in sostanza problematizzati. Osservando quanto succede in Svizzera, si constata che alle nostre latitudini il dibattito sull’Islam si basa su discorsi specifici che, generalmente, forniscono una rappresentazione distorta non soltanto della reale vita musulmana, ma anche del profondo cambiamento e dei processi di trasformazione in atto nella nostra società. Il fenomeno tanto paventato dell’islamizzazione strisciante o della de-cristianizzazione va ampiamente relativizzato. Sul piano puramente statistico, questi discorsi altisonanti sono falsi: oltre il 50 per cento dei migranti in Svizzera si riconosce nella tradizione cristiana e persino coloro che si definiscono aconfessionali (20 % della popolazione totale) formano un gruppo quattro volte più numeroso della comunità musulmana (stabilizzatasi al 5 % della popolazione totale). L’aumento del numero di persone senza una confessione religiosa mostra inoltre che i processi di trasformazione non dipendono unicamente dall’immigrazione. Il pluralismo religioso va oltre la coesistenza di religioni diverse. I dati statistici rivelano che in Svizzera è in atto un processo di forte differenziazione e individualizzazione che interessa sia la società che gli ambienti religiosi.