Sintesi dell'articolo
«Wenn man ausgegrenzt wird, hat man kein Zuhause mehr» (tedesco)
Autor
Urs Güney ha studiato germanistica e assolto un praticantato di un anno al Servizio per la lotta al razzismo SLR. Attualmente scrive come giornalista indipendente per NZZ Campus e altre pubblicazioni.
urs_gueney@gmx.ch
Presso il centro di formazione per le arti e mestieri e l’industria di Zugo, Urs Güney ha incontrato sei apprendisti del settore sanitario e informatico tra i 19 e i 20 anni per discutere di razzismo e pregiudizi. Secondo i giovani, il razzismo si manifesta ad esempio in alcuni locali notturni, che con motivazioni spesso pretestuose non lasciano entrare gli albanesi. Una delle persone racconta di essersi imbattuta in pregiudizi in occasione di un colloquio di lavoro, durante il quale le è stato chiesto se i suoi genitori erano immigrati prima o dopo la guerra. Alla domanda su quali siano le categorie particolarmente colpite dal fenomeno, gli intervistati hanno risposto che, a causa del terrorismo, al momento sono soprattutto i musulmani a risentirne: molte persone hanno già paura vedendo per strada una barba lunga e folta. Anche gli asilanti, che non sono accettati, vengono indicati tra le vittime. Stando ai giovani, i media in molti casi offrono ricostruzioni semplicistiche, contribuendo così a fomentare paure e diffondere pregiudizi. La loro generazione vede però molte cose in modo diverso e mostra più comprensione; spesso infatti i gruppi di amici sono composti da persone di origine diversa come serbi, albanesi, croati, turchi, asiatici e svizzeri. Quando si dimostra apertura e non si hanno pregiudizi, gli effetti sono positivi, perché è così che funziona l’integrazione.