Autore
Joëlle Scacchi, EKR
Il nuovo centro federale per richiedenti l’asilo di Losone in Ticino ha suscitato sentimenti di rifiuto e pregiudizi in una parte della popolazione locale, ma non solo: ha anche dato origine a un ammirevole movimento di solidarietà.
Nell’ottobre del 2014, vari abitanti di Losone hanno iniziato a riflettere sul modo migliore per accogliere le persone che avrebbero occupato il centro. Senza preconcetti né obiettivi politici o religiosi, il gruppo di amici ha ritenuto che i richiedenti l’asilo, avendo un passato difficile alle spalle e un futuro incerto, meritassero un po’ di vicinanza e calore umano. Antonio Lisi, il portavoce del gruppo, precisa: «Siamo partiti dal principio che anche se tra loro ci dovesse essere qualche opportunista o imbroglione, come capita del resto in tutte le collettività, non è giusto fare di tutta l’erba un fascio, poiché riteniamo che tutti abbiano diritto alla nostra stima».
Grazie all’impegno dei protagonisti, a qualche donazione e alla messa a disposizione gratuita di un centro parrocchiale, ogni settimana il gruppo di amici organizza un pomeriggio di svago con giochi, disegni, letture, partite di ping-pong e altre attività. Il gruppo, che collabora strettamente con la Segreteria di Stato della migrazione, a cui è affidata la gestione del centro federale di Losone, promuove inoltre collette di oggetti che possono servire ai richiedenti l’asilo. Questa iniziativa civica è stata accolta con favore dai richiedenti l’asilo, per lo più giovani di sesso maschile. Per dirla con Antonio Lisi: «Il contatto settimanale è molto arricchente tanto per noi quanto per loro».