Autore
Rosita Fibbi è sociologa, ricercatrice al Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione dell'Università di Neuchâtel. rosita.fibbi@unine.ch
Il luogo di formazione e l’origine sono fattori rilevanti per l’assunzione, nelle istituzioni sociali, di persone altamente qualificate. Tuttavia, la scarsa considerazione dei candidati con retroterra migratorio sembra essere meno il frutto della discriminazione di singoli attori che non il risultato dell’interazione tra istituzioni e società.
La carriera delle persone con qualifiche di livello terziario acquisite all’estero (HQM ), in particolare di coloro che provengono da Paesi terzi all’accordo di libera circolazione tra la Svizzera e l’Unione europea, è ostacolata da comportamenti discriminatori specialmente nelle organizzazioni pubbliche. Ciò contrasta con quanto avviene nelle imprese internazionali, dove le loro capacità sono meglio valorizzate: è quanto risulta dalle interviste con HQM realizzate da Jey Aratnam per la sua ricerca sul mercato del lavoro (2012). Per conoscere le dimensioni del fenomeno e comprenderne le ragioni, la Commissione federale contro il razzismo ha commissionato uno studio incentrato sulle organizzazioni presso cui lavorano le HQM. Il Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione ha così svolto una ricerca sull’accesso delle HQM a posizioni di quadro dirigente nelle istituzioni pubbliche o semipubbliche senza scopo di lucro che offrono assistenza e accompagnamento a chi incontra difficoltà nell’integrazione sociale o professionale, escluse quelle del sistema sanitario e dell’istruzione. Per affrontare questa vasta tematica, i ricercatori hanno fatto ricorso a diversi metodi di ricerca (Fibbi et al. 2019).
Il luogo di formazione determina in modo rilevante le opportunità di accedere a un posto di dirigente: aver assolto una formazione in un Paese diverso da quelli limitrofi sembra compromettere le possibilità di essere assunti come quadro superiore, secondo quanto emerso dai colloqui esplorativi con 16 esperti. Tuttavia, essi ritengono che l’esperienza professionale in Svizzera dovrebbe controbilanciare questo svantaggio. Rispondendo a un questionario on-line, i responsabili delle risorse umane di 379 istituzioni sociali (IS) hanno fornito una stima della presenza di persone con retroterra migratorio tra i quadri superiori delle rispettive istituzioni: una presenza che risulta più alta tra le istituzioni senza scopo di lucro destinate ai migranti ubicate nella Svizzera latina, mentre è meno marcata nelle istituzioni pubbliche destinate a non migranti situate nella Svizzera tedesca.
Nella sua parte sperimentale, il questionario on-line invitava i responsabili delle risorse umane a sottoporsi a una simulazione di concorsi. Si cercavano quattro quadri superiori per una IS: il direttore, il responsabile delle risorse umane, il responsabile del servizio informatico e il responsabile della comunicazione. A ognuno dei quattro concorsi erano abbinati i curriculum vitae di professionisti di diversa origine con un livello simile di formazione terziaria, acquisita all’estero o in Svizzera. Tutti i candidati fittizi formati all’estero avevano esperienza pluriennale di lavoro in Svizzera. Tutti i candidati fittizi di origine straniera avevano acquisito la cittadinanza svizzera. I responsabili delle risorse umane dovevano indicare per ciascun candidato la probabilità di essere preselezionato sulla base del profilo richiesto nel bando di concorso.
Il luogo di formazione è il criterio che determina maggiormente le differenze di punteggio per tutti e quattro i posti a concorso. I risultati dell’esperimento di preferenze dichiarate (stated preferences) dimostrano che le probabilità delle HMQ originarie di un Paese terzo e formatesi nel loro Paese di essere preselezionate per un posto di responsabilità sono sistematicamente inferiori a quelle dei candidati formati in Svizzera. Tuttavia, perfezionare in Svizzera una formazione acquisita all’estero non annulla la penalizzazione imputata al luogo di formazione all’estero.
Va notato tuttavia che non tutte le persone formate in Svizzera hanno le stesse opportunità: a parità di luogo di formazione, è l’origine degli svizzeri naturalizzati a fare la differenza. Le HQM formate in Svizzera la cui famiglia proviene da un Paese europeo non membro dell’UE sono particolarmente penalizzate. Alla preferenza per le persone formate in Svizzera si aggiunge dunque quella per i candidati di origine svizzera.
La preferenza per i candidati locali è più netta nella Svizzera tedesca che nella Svizzera latina. La differenza di trattamento varia anche secondo il tipo di posto a concorso ed è particolarmente pronunciata per i posti di direttore e di responsabile della comunicazione, che hanno, tra l’altro, il compito di rappresentare l’istituzione verso l’esterno.
Riuniti in gruppi di discussione, alcuni dirigenti di IS che avevano partecipato alla ricerca hanno interpretato i risultati dello studio sperimentale. La scarsa considerazione delle candidature delle HQM è riconosciuta come prassi consolidata delle loro istituzioni: è tuttavia reputata legittima in quanto motivata da riflessioni meritocratiche e contestuali. È imputata in primo luogo ai dubbi dei datori di lavoro sulla solidità delle competenze professionali dei candidati formati all’estero e, in particolare, in un Paese terzo. Questi dubbi non vengono dissipati nemmeno se il candidato vanta un’esperienza professionale nel nostro Paese, contrariamente a quanto avanzato dagli esperti.
La preferenza per i candidati locali, in secondo luogo, è vista come la conseguenza di un clima politico-economico che rimette in discussione la funzione delle istituzioni sociali, l’estensione dei loro compiti, nonché i fondi a loro disposizione, costringendole sulla difensiva: maggiore è la pressione, più netta e interiorizzata è la preferenza dei datori di lavoro per i candidati locali. La dimensione locale è decisiva in quanto le strutture politico-amministrative determinanti per la politica sociale sono fortemente decentrate ai livelli cantonale e comunale. I referenti politico-istituzionali locali sono l’orizzonte che definisce le condizioni d’esistenza e sviluppo delle IS, siano esse pubbliche o senza scopo di lucro. Per questa ragione, il radicamento locale delle reti sociali delle persone chiamate a rappresentare l’istituzione verso l’esterno è considerato fondamentale per l’esercizio della funzione. In questo contesto, le HQM formate all’estero sono penalizzate dalla preferenza per i candidati locali.
Se i dubbi sulle formazioni svolte all’estero possono essere legittimi, non tener conto di lunghe esperienze lavorative maturate in Svizzera appare più problematico perché condanna le HQM a essere perennemente sospettate d’incompetenza professionale. Peraltro, il fatto che anche HQM originarie di Paesi terzi ma formatesi in Svizzera siano penalizzate induce a pensare che l’argomento possa celare anche altre motivazioni, meno legittime.
Si è in presenza di discriminazione statistica, cioè di un trattamento degli individui non secondo i loro meriti, ma secondo le caratteristiche del gruppo al quale sono ritenuti appartenere, il che equivale a trasgredire il principio liberale della parità di trattamento.
I risultati di questo studio contribuiscono a confermare l’ipotesi esplicativa avanzata da Jey Aratnam (2012) di un meccanismo che porta i membri di un gruppo a valutare più positivamente e a privilegiare i membri del proprio gruppo di appartenenza rispetto a quelli di altri gruppi. Situato teoricamente al livello dei rapporti interpersonali, questo meccanismo può essere avviato intenzionalmente, ma anche risultare da processi inconsci oppure essere la conseguenza di stereotipi.
Tuttavia, la constatazione che le preferenze variano secondo le funzioni, le istituzioni e le regioni induce a cercare anche altrove le ragioni del trattamento sfavorevole che penalizza le HQM, particolarmente palese per i ruoli che comportano la rappresentanza dell’istituzione in ambito pubblico e una responsabilità nei confronti di interlocutori esterni. Le prassi di reclutamento sembrano influenzate dalla necessità sentita dalle IS di legittimare la propria attività di fronte all’opinione pubblica e dal clima più o meno favorevole alle politiche sociali e all’immigrazione. La scarsa considerazione delle persone in posizione «minoritaria» sembra dunque essere meno il frutto della discriminazione dei singoli attori che non il risultato del funzionamento delle istituzioni e della società.
Questa ricerca è innovativa rispetto ai lavori precedenti sulle discriminazioni nel mercato del lavoro in Svizzera. Costituisce infatti il primo studio sperimentale sulle disparità nell’accesso al lavoro delle persone con formazione terziaria, mentre finora sono state piuttosto studiate disparità di trattamento di cui sono vittime le persone con livelli di qualifica inferiori. Analizza inoltre l’accesso a posti di responsabilità e non, come in precedenza, a occupazioni all’inizio di carriera. Infine, verte sulle strutture pubbliche e semipubbliche, un segmento del mercato del lavoro mai esplorato sinora, mentre i lavori precedenti hanno scandagliato il settore privato.
La realtà dei fenomeni esaminati è molto poco conosciuta, mentre dovrebbe essere oggetto di un dibattito pubblico, premessa indispensabile a qualsiasi iniziativa finalizzata a modificare la situazione, cioè a definire dispositivi organizzativi in grado di indurre un cambiamento.
Bibliografia:
Jey Aratnam, Ganga (2012). Hochqualifizierte mit Migrationshintergrund. Studie zur möglichen Diskriminierungen auf dem Schweizer Arbeitsmarkt. Basel: Gesowip.
Fibbi, Rosita, Joëlle Fehlmann e Didier Ruedin (2019). Discrimination des personnes issues de la migration hautement qualifiées dans le domaine du social ? Rapport à la Commission fédérale contre le racisme. Neuchâtel: Forum suisse pour l'étude des migrations et de la population. Disponibile su: http://www.migration-population.ch/sfm/home/publications/etudes-du-sfm.html